Eventi | Roma, Teatro India: I Masnadieri di Schiller

I MASNADIERI, L’OPERA DEL ROMANTICISMO RIVOLUZIONARIO IN SCENA AL TEATRO INDIA DI ROMA \ ROMA – E’ il romanticismo più sanguigno, quello dei grandi ideali, rivoluzionario, passionario, fatto di sete di giustizia ma anche di desiderio del sapere… è il romanticismo di Schiller, quello messo in scena fino al 27 Novembre al Teatro India di Roma.

Gabriele Lavia riporta sul palcoscenico I Masnadieri, l’opera che costò al suo autore il carcere e l’intimazione a non scrivere più per il teatro: la storia racconta l’avventura rivoluzionaria di Karl Moor, un giovane privato dei suoi diritti di primogenito dal padre che è stato a sua volta raggirato dalle mire del suo secondo figlio, ossessionato dall’idea di diventare un signore. Karl se ne va e diventa il capo di un gruppo di giovani dalle idee rivoluzionarie che decidono di diventare masnadieri. La combriccola accresce le sue fila e intanto Franz (fratello di Karl) continua a tramare nel castello: fa rinchiudere il padre in una torre nell’attesa che muoia e tenta di sedurre Amalia, la donna che ama ed è ancora amata da Karl. Quest’ultimo non si arrende e con l’aiuto di Kosinsky, un nuovo amico dei masnadieri, si intrufola nel castello, dove gli viene detto che il padre è morto, appena prima che il fratello tenti di farlo avvelenare. Quando però Karl viene a sapere che il vecchio Moor è ancora vivo ordina ai suoi uomini di dar fuoco al castello e Franz, vedendosi perduto, si converte appena prima di suicidarsi: la storia, che qui sembra volgere al lietofine, resta però un dramma così, quando il padre scopre che Karl è vivo non sopporta il colpo di saperlo a capo dei masnadieri e muore. Morirà anche Amalia che, pur di non separarsi da Karl, chiede a questo di ucciderla: il ragazzo rifiuta ma è poi costretto a compiere il gesto quando vede che un altro sta per accontentare la preghiera di lei. Questo gesto terribile apre gli occhi al ragazzo che capisce l’assurdità del voler redimere il mondo attraverso l’uso della forza: per ottener il perdono divino si consegna allora ad un bracciante che potrà così arricchirsi con la taglia offerta per la cattura del capo dei masnadieri.

Una storia certamente drammatica che però, proprio dal suo tragico profilo, trae il suo più grande dono, l’essere sempre attuale: il pubblico di ogni epoca può rivederci un po’ del suo mondo e rimanere così incollato alla poltrona, sedotto dal fascino romantico e al contempo afflitto dall’inevitabile drammatico epilogo. I Masnadieri colpisce al cuore, là dove la passione incontra la catastrofe.

Francesca Testa

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