News | Lampedusa, dopo il rogo iniziati i primi trasferimenti

 

IL ROGO HA DEVASTATO IL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA A IMBRIACOLA, PARTITI NELLA NOTTE I PRIMI EXTRACOMUNITARI \Roma – La tensione al centro di prima accoglienza di Lampedusa stava crescendo con il passare dei giorni a causa della presenza di un numero altissimo di immigrati e del blocco dei trasferimenti verso la terraferma. A far infuocare ancora di più gli animi degli oltre 1.300 tunisini presenti nel centro è stata la linea dura confermata in questi giorni dal governo in merito al proseguimento dei rimpatri. Queste le componenti che hanno portato nel pomeriggio di ieri ad un vasto incendio che ha seriamente danneggiato il CIE, a Imbriacola. Il rogo, che sembra essere stato appiccato da immigrati di nazionalità tunisina, è partito dalle stanze, per poi inglobare buona parte della struttura generando colonne di fumo altissime, visibili a molte miglia dalla costa, e provocando numerosi episodi di intossicazione sia tra gli ospiti del centro che tra i soccorritori.

Per il centro del CIE questo non è il primo incendio della sua storia; già nel 2009 un altro episodio del genere aveva causato danni consistenti a buona parte dell’edificio. Grazie al trambusto provocato dal rogo alcuni tunisini sono riusciti a scappare mentre altri sono stati fermati dalle forze dell’ordine nel tentativo di lasciare l’isola.

Dopo il caos generato dall’incendio, che ha reso inagibile la struttura, sono cominciati nella notte i primi rimpatri; 200 persone sono state trasferite alla base di Sigonella, a Catania, per poi proseguire il viaggio verso la loro patria di origine. Gli oltre mille immigrati hanno passato la notte all’aperto all’interno dello stadio comunale che si trova di fronte alla sede del Comune dove da questa mattina gli abitanti di Lampedusa hanno protestato chiedendo un impegno maggiore al governo e che gli extracomunitari non girino liberi per l’isola.

Federica Fralassi

 

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