News | Marea nera in Scozia, non si arresta la fuoriuscita del petrolio

 

MESSA IN SICUREZZA LA PRIMA FALLA, PROBLEMI TECNICI A CAUSA DEL FONDALE PER CHIUDERE LA FUORIUSCITA DI GREGGIO DALLA SECONDA FALLA \ Roma – Continua la corsa contro il tempo per chiudere la falla che si è creata una settimana fa nella piattaforma Gannet Alpha della Shell, a 180 chilomentri a largo di Aberndeen, e che sta creando serio allarme sulle coste orientali della Scozia, nonostante le rassicurazioni del Dipartimento dell’Energia e dei cambiamenti.

Dopo la chiusura della prima falla, da cui si sono riversati in mare più di 216 tonnellate di petrolio, la preoccupazione ora si sposta sulla seconda in quanto le operazioni per bloccare la fuoriuscita di greggio si sono rivelate più complicate a causa della posizione in cui essa si trova. La perdita infatti, anche se più contenuta della prima, è localizzata in un punto particolare del fondale dove la vegetazione è molto sviluppata e ostacola gli interventi tecnici.

Secondo i dati del Ministero dei Cambiamenti Climatici la quantità di petrolio fuoriuscito fino a questo momento è pari al quadruplo dell’oro nero versato accidentalmente in questi ultimi dieci anni e non presta ancora troppo allarme dato che, nonostante la perdita sia considerevole, la sostanza si dovrebbe disperdere spontaneamente nel Mare del Nord.

Considerazione questa che non placa le proteste nate nel mondo degli ambientalisti, rivolte soprattutto al colosso anglo olandese accusato di non informare tempestivamente l’opinione pubblica del disastro e di fornire informazioni parziali.

Federica Fralassi


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