Natura | Primo Maggio: Puglia, Lago di Lesina: trekking e bird-watching

La Torre Scampamorte sul Lago di Lesina (foto dal web)

NATURA PASSEGGIATA ITINERARIO TOUR TREKKING LAGO LESINA PUGLIA / ROMA –  Una buona idea per il Primo Maggio dalle parti del Gargano, qualora si abbia voglia di fare una bella e rilassante passeggiata,  è quella di approfittare dell’itinerario che permette la scoperta della duna di Bosco Isola, agglomerato di sedimenti fluviali e marini che, in un’altra epoca, chiusero un’insenatura del mare dando origine al Lago di Lesina. In realtà, non si può in questo caso parlare di vero e proprio itinerario in aree protette, in quanto la zona non rientra nell’attuale perimetro della stessa, definito nel ’95. Questo, però, non toglie nulla all’eccezionale bellezza, sia naturalistica che faunistica della zona, che merita sicuramente di essere vista.

Nella sua estensione di 51 km quadrati, ma con una profondità di appena un metro e mezzo il lago, lungo le sue sponde, assume una connotazione paludosa, che ha favorito l’avifauna, sia stanziale che di passo, che ha trovato nelle tranquille e pescose acque del lago un ambiente ideale. Cosa che, tra l’altro, accadde anche al vicino Lago di Varano, chiuso dalle dune dell’isola, che mantiene caratteristiche molto simili. Da queste parti, oltre ad un panorama veramente particolare ed in alcuni casi addirittura emozionante, è quindi molto facile avvistare anche specie non molto comuni come il cormorano, la spatola e il basettino, offrendo ottime occasioni per gli amanti del bird-watching.

Raggiungere la duna è abbastanza facile. Provenendo da Foggia, imboccando l’autostrada A14 in direzione nord, Si deve uscire all’altezza di Poggio Imperiale per poi proseguire verso Rodi Garganico. Percorsi circa venti chilometri, si scende a Torre Mileto. Da qui, svoltando a sinistra, si imbocca il lungomare che, dopo Lido di Torre Mileto, giunge a Foce Schiapparo ed alla zona di parcheggio dove lasciare l’auto.

Una volta parcheggiato, si attraversa il ponte metallico che scavalca il canale di deflusso delle acque, inserendosi sulla tranquilla pista a fondo naturale che porta alla Torre Scampamorte, antico edificio di avvistamento, risalente al ‘500 e circondato dalla tipica macchia mediterranea, che inonda con i suoi profumi tutta l’area circostante. Proseguendo sulla strada si arriva a Ca’ Gravaglione, da dove si percorre tutta la sponda a mare del Lago di Lesina e dove è facile avvistare l’avifauna. Si raggiunge poi Ca’ Zappino ed un bivio, del quale è consigliabile tralasciare la svolta a sinistra per preferire invece quella a destra. Mentre la prima, infatti, si inoltra nella zona paludosa dove capita sovente di incontrare, magari preferibilmente non proprio da vicino, bufali ancora allevati allo stato brado, la seconda permette di raggiungere il canale da seguire per arrivare a Punta Pietre Nere, meta finale dell’itinerario.

Per tornare al parcheggio, ovviamente, bisogna seguire il percorso inverso, ma non preoccupatevi della noia. Sulla strada del ritorno, infatti, vi capiterà sicuramente un particolare che vi era sfuggito, o magari un incontro fortuito con qualche uccello in transito… Una cosa che vi verrà sicuramente da chiedervi lasciando la zona, è come mai sia stata esclusa dal parco naturale. Ma questo, ovviamente, andrebbe chiesto a chi di dovere.

Andrea Mariani

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